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La gestione della scuola di specializzazione diretta da Matteo Bassetti.

Il Prof. Matteo Bassetti ha pubblicamente dichiarato di aver dato mandato ai suoi legali di sporgere querela all’Associazione ALS al fine di tutelare la sua immagine e quella della scuola di specializzazione di malattie infettive dell’Università di Genova, da lui diretta. Poiché il Prof. Bassetti, assiduo frequentatore di salotti televisivi e talk-show, ha deciso di elevare tale questione a “processo mediatico” nei nostri confronti, apostrofandoci pubblicamente come “pressapochisti, invidiosi e colpevoli di scarsa conoscenza dei fatti”, l’Associazione ALS, realtà italiana maggiormente rappresentativa dei medici in formazione specialistica che dal 2018 si occupa delle illegalità che quotidianamente vi sono nelle scuole di specializzazione mediche italiane, ha deciso di pubblicare un report dettagliato della vicenda, a disposizione dell’opinione pubblica, degli organi di stampa e delle autorità giudiziarie.

Il report seguente, strutturato in maniera cronologica, contiene tutte le documentazioni e gli atti ufficiali comprovanti le affermazioni da noi espresse e, punto su punto, le nostre formali richieste di chiarimenti che tuttora non hanno risposta.

Inchiesta de “L’Espresso” sugli specializzandi trattati come braccianti a 5€ l’ora

Il 12 febbraio la rivista l’Espresso pubblica un lungo reportage sui medici specializzandi italiani, dal titolo “Pagati 5 euro l’ora: i medici specializzandi sono i braccianti della sanità” , illustrando le molteplici illegalità che quotidianamente gli oltre 50.000 medici specializzandi sono costretti a subire. Dalle testimonianze degli giovani medici si legge che  «La cosa che trovo più grave è che siamo lasciati soli. Impariamo dai nostri colleghi più grandi, ma nessuno strutturato o primario ci affianca per darci supporto. Siccome poi gli strutturati non bastano, tutte le visite e le prestazioni sono tarate sul numero degli specializzandi presenti in ospedale» oppure «Tutti quelli che seguo necessitano di cure intensive importanti. Io sono all’inizio, ma mi è richiesto di essere indipendente di fronte a tante situazioni che non mi è mai capitato di affrontare».

Questo reportage, il primo del suo genere così dettagliato, accende (finalmente) i riflettori su una vicenda che riguarda non solo i professionisti della salute ma anche e soprattutto i pazienti italiani che meritano di vedersi erogate cure di qualità che possono avvenire solo attraverso una eccellente formazione dei medici specialisti del domani.

Le conseguenti dichiarazioni di Bassetti al programma “L’Aria che tira” su LA7

Il giorno seguente, 13 febbraio, il programma “L’Aria che tira” di LA7, sempre attento al tema dei medici e della sanità in generale, riserva uno spazio dedicato al reportage de L’Espresso e tra gli ospiti c’è Matteo Bassetti che, sulla vicenda, fa le seguenti dichiarazioni:

“voi avete fatto vedere una realtà che non è la realtà di tutta Italia. Io dirigo una scuola di specializzazione e assicuro che i miei specializzandi non hanno mai fatto una notte e non hanno mai lavorato senza un tutor (…) queste sono delle anomalie che vanno evidentemente segnalate, quei direttori di scuola non lo devono fare perchè il medico in formazione specialistica deve essere tutorato e non deve mai sostituire il personale di ruolo, dopodichè se fanno ore in più non è giusto che le facciano perchè è tutto normato (…) attenzione perchè se uno specializzando che fa un turno di notte (ma anche di giorno ndr) se succede un problema il Direttore di scuola giustamente va in galera”

Le richieste formali di ALS a seguito della dichiarazione di Bassetti

Il giorno seguente la trasmissione, 14 febbraio, l’Associazione ALS, dopo varie segnalazioni, elabora una richiesta formale di chiarimenti a Bassetti, in quanto appunto Direttore della scuola di Malattie Infettive dell’Università di Genova, attraverso l’invio di una PEC. La richiesta deriva dalla visione dei risultati degli ultimi questionari di valutazione delle scuole di specializzazione italiane, ivi inclusa quella da lui diretta, pubblicate sul sito dell’Università di Genova da settembre 2023. Tali questionari non sono semplici quiz anonimi somministrati en passant ma uno strumento validato dall’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica, organo interministeriale composto da 15 membri e di cui ALS fa parte da anni, con il compito di verificare gli standard della qualità formativa delle scuole di specializzazione. Il questionario, i cui risultati sono anonimi per preservare gli specializzandi da eventuali ritorsioni, sono standardizzati ed utilizzati per gli accreditamenti annuali.

Dai risultati, si evince una discordanza tra quello dichiarato da Bassetti e le risposte del questionario inerente il rispetto dell’orario di lavoro e della presenza del tutor. Il 25% degli specializzandi ha dichiarato che il tutor è presente “raramente”, l’8,3% ha dichiarato “mai” e oltretutto nessuno ha dichiarato che il tutor c’è “sempre” perché il restante 66,7% ha dichiarato che il tutor c’è “spesso”. Inoltre, l’83,3% degli specializzandi della scuola diretta da Bassetti hanno dichiarato che viene chiesto loro di lavorare oltre l’orario previsto.

Nella PEC inviata a Bassetti, all’Assessore Regionale Ligure, al Rettore dell’Università di Genova , alla Direzione Generale dell’Ospedale San Martino di Genova, al Presidente dell’Ordine dei Medici di Genova, nonché all’Ispettorato del Lavoro ed ai NAS di competenza, non si faceva nessuna accusa e non si arrivava a nessuna conclusione bensì si richiedeva, da come si evince dal testo della PEC inviata, di “attuare una attenta e minuziosa indagine e verifica del rispetto delle già citate normative con la duplice finalità di verificare il rispetto delle norme sull’orario di lavoro in merito alla formazione dei medici specializzandi della scuola in oggetto e della qualità di cure erogate ai pazienti delle U.O.C coinvolte a seguito dei risultati del questionario di valutazione ivi illustrati ed infine se le cure erogate nelle U.O.C. siano stato svolte in conformità delle normative vigenti”.

La lettera (senza firme) dei medici specializzandi della scuola di Bassetti

Il giorno successivo alla lettera PEC di ALS, alle ore 19 del 15 febbraio, riceviamo una lettera dalla casella di posta ordinaria [email protected] , senza alcuna firma in calce ma con la dicitura iniziale “Scriviamo una mail a nome di tutti gli specializzandi della Scuola” e la dicitura finale “Gli Specializzandi di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università degli Studi di Genova

In questa lettera, che qui è possibile leggere nella sua interezza, si legge che gli specializzandi si dissociano dalle nostre esternazioni e dal contenuto del questionario, sostenendo che la loro è una scuola – modello , che le domande non erano chiare, che scelgono volontariamente di stare di più, che è vero che i tutor universitari non sono sempre presenti ma c’è il personale medico. Allegano alla mail un vademecum che dichiarano di aver ricevuto all’inizio della specializzazione.

In sintesi, smentiscono totalmente i risultati del questionario che loro stessi hanno compilato in maniera formale dopo essersi loggati con le loro credenziali univoche sul sito del Ministero. In realtà prendono le distanze da se stessi.

La quasi-immediata “non risposta” via email di Bassetti

Dopo poco più di 4 ore, alle 23:30, Bassetti risponde a tutti i destinatari della nostra email scrivendo che dopo l’email dei suoi specializzandi non debba aggiungere altro, che tutte le nostre “accuse” non sono basate su dati oggettivi e che ha dato mandato ai suoi legali di denunciare ALS perchè abbiamo disonorato lui e la scuola da lui diretta. Il testo della sua email è visionabile qui.

Contemporaneamente, pubblica diversi post su instagram e facebook chiamandoci “pressapochisti, invidiosi e colpevoli di scarsa conoscenza dei fatti” , tuonando in una intervista video dicendo in tono intimidatorio che “ci vediamo in tribunale” e che lo abbiamo attaccato perchè “è una persona nota e cercavamo visibilità” altrimenti non ci calcolerebbe nessuno.

La risposta di ALS e le nostre nuove domande

Davanti a questo attacco mediatico, di natura aggressiva e violenta, verso una associazione di giovani medici che siedono oltretutto da anni nell’organismo nazionale volto alla verifica della qualità formativa, non ci siamo lasciati intimidire visto che da anni combattiamo le illegalità del mondo dei medici specializzandi attraverso diversi episodi saliti agli onori della cronaca come la vicenda il Direttore della scuola di Ortopedia di Salerno che obbligava i suoi specializzandi a fare flessioni (con VIDEO annesso) oppure come la vicenda della Direttrice della scuola di Neurologia di Perugia che offendeva i suoi specializzandi (con registrazione annessa), gli specializzandi di Radiodiagnostica di Napoli obbligati a fare gli amministrativi simil-CUP , con le molteplici inchiesta giornalistiche elaborate da Milena Gabanelli, e tanto altro.

Quindi, ALS ha inviato il 19 febbraio una seconda lettera a mezzo PEC con una integrazione formale di richieste.

Il testo della nostra lunga e minuziosa lettera (inviata il 19 febbraio) è visionabile qui, di seguito si illustra punto per punto in maniera sintetica ciò che è contenuto nel dettaglio nella missiva ufficiale:

PUNTO 1 : La lettera l’hanno davvero scritta gli specializzandi? abbiamo richiesto i documenti

L’email in cui gli specializzandi smentiscono loro stessi l’hanno davvero scritta loro? E chi di loro? E quanti di loro? E davvero “tutti” come da loro affermato? Una lettera senza alcuna firma o certificazione equivale ad una lettera anonima, pertanto ALS ha chiesto alla casella email [email protected] di comunicarci le loro generalità con allegato un documento di riconoscimento perché è inaccettabile e oltretutto irrispettoso rispondere ad una nostra email PEC firmata con una email normale senza nemmeno una firma. In mancanza di risposta, ci riserviamo di sporgere formale denuncia per mancato rispetto degli articoli 494 e 495 del codice penale.

PUNTO 2 : Domande chiarissime non comprese per due anni di seguito?

Nella loro lettera gli specializzandi, sempre se l’abbiano scritta loro, scrivono (testuale) che “non è l’esito di una pressione da parte dei nostri responsabili”. Ci sentiamo francamente presi in giro perché la domanda era chiara: in una risposta c’è scritto “SCELGO” di stare ( scelta da 1 su 12) , in un’altra c’è scritto “MI E’ RICHIESTO” di stare (scelta da 10 su 12), e non solo in questa tornata di questionari ma anche in quella precedente le risposte sono sovrapponibili. Ma davvero dei laureati possono mal interpretare domande così chiare ? stentiamo a crederlo.

PUNTO 3 : I risultati del questionario sono lesivi della scuola, e perché allora si prendono le distanze solo ora?

Nella loro lettera gli specializzandi, sempre che l’abbiano scritta loro, scrivono che i risultati del questionario “non rispecchiano l’immagine della scuola” e il loro Direttore vuole denunciarci perché abbiamo osato chiedere spiegazioni partendo proprio da questi risultati. Perché allora, gli specializzandi si sono dissociati solo dopo la nostra PEC e non 143 giorni fa quando, il 27 settembre 2023, l’Università di Genova l’ha pubblicato sul portale dell’Ateneo? una lesione dell’onorabilità a scoppio ritardato e solo se proviene da noi? E perché allora nel 2022, a seguito di risultati dello stesso tenore, gli specializzandi non hanno preso le distanze ma hanno risposto, guarda caso, allo stesso modo nel 2023? Ecco perché i risultati sono pubblicati in maniera anonima, prorio per evitare di ricevere pressioni o subire ritorsioni.

PUNTO 4 : Se il questionario è obbligatorio, perché lo hanno compilato solo 12 su 18?

Il ministero dell’Università, non di certo ALS, scrive a chiare lettere e senza possibilità di interpretazione che se non viene compilato il questionario non si accede all’anno successivo e di conseguenza, se si è all’ultimo anno, non ci si può specializzare, a conferma appunto che il questionario è una cosa seria e che l’identità dei rispondenti è tracciabile (solo l’identità ovviamente, non il contenuto). In quasi tutte le scuole i direttori chiedono agli specializzandi di consegnare la ricevuta dell’avvenuta compilazione del questionario (senza alcun codice univoco). Dai risultati del questionario pubblico, a pagina 31, si evince chiaramente che hanno risposto solo in 12 e che all’ufficio statistica MUR risulta che Bassetti avesse 18 specializzandi iscritti nella sua scuola. Quindi, stando a ciò che scrive il MUR, in 6 non hanno compilato il questionario: hanno indebitamente passato l’anno? sono indebitamente diventati specialisti? abbiamo chiesto a Bassetti l’autocertificazione degli iscritti nella sua scuola in quella data per confermare, in caso di numero maggiore di 12, una grave inadempienza di un Direttore nell’esercizio delle sue funzioni perché in caso di inadempienza di Bassetti occorre fare una deroga d’urgenza e far riaprire immediatamente la possibilità di compilazione del questionario per evitare di far loro perdere l’anno o peggio ancora la specializzazione. (Bassetti, il conteggio di 18 lo dice il MUR, non ALS! nel caso, denuncia loro, non noi!).

PUNTO 5 : Bassetti dichiara che “sono invidiosi di lui”, ma la sua scuola è tra le meno scelte e più abbandonate d’Italia.

L’Associazione ALS è da anni un punto di riferimento su tutto il territorio nazionale in merito alle analisi delle scuole di specializzazione in merito all’entità di contratti statali banditi, assegnati, non assegnati e abbandonati (ovvero le dimissioni degli specializzandi da una determinata scuola, per svariati motivi, durante il percorso di specializzazione), un lavoro pluriennale, molto apprezzato e conosciuto nella stampa specializzata e considerato eccellente oltretutto anche dal mondo accademico. Quindi su questo terreno non siamo proprio degli sprovveduti o come dice Bassetti “colpevoli di scarsa conoscenza dei fatti”.

Se si prende come campione l’entità dei contratti di formazione statali banditi negli ultimi tre concorsi di specializzazione (2023, 2022 e 2021) e si analizza l’entità dei contratti banditi, assegnati, non assegnati ed abbandonati (ovvero quei contratti che in un primo tempo sono assegnati ma che poi, durante i 48 mesi di formazione, lo specializzando decide di dimettersi) si nota che, confrontata con le altre scuole italiane di infettivologia, la posizione della scuola di Genova non è delle migliori. Pertanto, stante anche l’odds ratio di 2,49 (IC 95% 1,16 – 5,34) e la tabella ivi di seguito riportata, si può affermare senza timore di smentita che la percentuale dei contratti “non utilizzati” (somma non assegnati e abbandonati) sia il 57,1% contro una media nazionale di 35,6% collocando la scuola diretta da Bassetti al 25 posto sulle 31 scuole di Malattie Infettive italiane.

PUNTO 6 : Nella rete formativa della scuola di Bassetti ci sono sette ospedali, ma si formano praticamente solo al San Martino di Genova.

Questo punto è a nostro avviso quello su cui i liguri dovrebbero “interessarsi” perchè riguarda in prima persona loro e le cure che ricevono e di conseguenza “arrabbiarsi” perchè le cure erogate potrebbero essere migliori.

Partiamo con la spiegazione del meccanismo degli accreditamenti e delle reti formative: ogni anno il direttore di scuola chiede l’accreditamento per poter formare specializzandi, inserendo i volumi assistenziali (posti letto, visite, ecc.) del suo reparto e di reparti della medesima disciplina di altri ospedali regionali con cui si “collega” e che formano “la rete formativa”. Più la rete è grande , più il ministero assegna un numero maggiore di specializzandi. Il meccanismo, qui estremamente semplificato, è normato dal D.I 402 del 2017. Quest’anno, i decreti di accreditamento per la prima volta sono stati resi pubblici dal Ministero della Salute e si legge che Bassetti ha 7 ospedali nella rete della scuola che dirige:

Per l’utilizzo della rete formativa, una circolare ufficiale del Ministero della Salute con oggetto “Indicazioni sull’obbligo di rotazione degli specializzandi nell’ambito della rete formativa” afferma ciò che si può leggere in foto:

Bene, dalla email degli specializzandi ci sono due prove che di questi 7 ospedali , fondamentali per ricevere la grande mole di specializzandi che viene lui assegnata, viene utilizzato praticamente solo il Policlinico San Martino ed in misura molto marginale il Gaslini. Gli altri 5 sono solo “su carta”??? Ma andiamo con ordine:

PROVA NUMERO 1: Gli specializzandi nella lettera dichiarano che “I fiori all’occhiello della nostra scuola di specializzazione sono per esempio la partecipazione a due giri visite didattici a settimana con il Direttore (il martedì e il mercoledì sui due piani di degenza) a cui partecipiamo tutti”. Dalla sopracitata frase, si apprende pertanto che “tutti” gli specializzandi “partecipano a due giri visite il martedì ed il mercoledì” e quindi si dovrebbe dedurre che “tutti” gli specializzandi siano in pianta stabile nella struttura di sede della scuola di specializzazione. Tralasciando che francamente non si capisce come questi “giri visite” siano “un prezioso momento di discussione e apprendimento” a meno che le stanze del reparto non siano talmente grandi da contenere una tale quantità di persone ( 1 Direttore di Scuola di specializzazione + almeno 15 Medici Specializzandi eventuali Dottorandi, Tirocinanti, Dirigenti medici e Accademici).

PROVA NUMERO 2: Gli specializzandi allegano alla loro mail il vademecum che viene fornito loro all’inizio della specializzazione. Pensando forse di fare cosa giusta ma in contrasto con la normativa del ministero della salute in merito all’obbligo di rotazione in rete formativa, viene illustrato il cronoprogramma dei 48 mesi di specializzazione, dimostrando che è prestabilito (badate bene) già prima dell’inizio degli specializzandi. Si legge che su 48 mesi, 45 mesi si frequenta al IRCSS San Martino e 3 mesi al Gaslini, e stop!

Quindi, da queste due prove, i reparti di malattie infettive degli ospedali di La Spezia, Sanremo, Savona, Albenga e Pietra Ligure contribuiscono “solo su carta” a far assegnare specializzandi alla Scuola di Bassetti che li tiene a sè tutti nello stesso IRCCS dove è Direttore per 45 mesi su 48.

Si evidenzia “che la rotazione esterna (opzionale) di 1 mese” riguarda la rotazione extra-rete formativa, normata dal D.Lgs 368 del 1999 e riguarda la frequenza di 1 mese in qualunque reparto italiano o estero a scelta dal medico specializzando.

Anticipando una possibile risposta di Bassetti “non li mando fuori perchè dovrebbero essere il doppio rispetto a quelli che effettivamente sono iscritti” con due considerazioni: essendo in un numero maggiore o uguale a 12 e la scuola dura 48 mesi, inviarli anche solo per 4/6 mesi in un ospedale non universitario regionale , oltre ovviamente perchè obbligatorio dalla normativa ministeriale, può solo far loro del bene (lo spieghiamo in seguito) ma soprattutto si denota che la scelta di non inviarli è fatta indipendentemente dall’entità di specializzandi iscritti perchè nel vademecum che, a detta degli specializzandi, viene consegnato il primo giorno di formazione in cui è già scritto che si ruota solo al massimo per 6 mesi al Gaslini e poi stop, tutti al Policlinico San Martino.

Abbiamo formalmente chiesto a Bassetti, come potete leggere dalla nostra seconda PEC, di inviarci copia degli estratti dei libretti formativi ed i verbali dei consigli di scuola che attestino la che attestino la frequenza in tutti i 7 presidi ospedalieri sopracitati e la loro durata. In caso di assenza di controprove, Bassetti ha completamente non rispettato ciò che è contenuto nella nota del Ministero della Salute sulla rotazione degli specializzandi ed essa è una grave inadempienza di un Direttore nell’esercizio delle sue funzioni (Bassetti, la nota ministeriale non l’ha scritta ALS, non puoi denunciare noi!).

Attendiamo risposte puntuali alle nostre domande che riteniamo puntuali e ci riserviamo di sporgere formale querela per le frasi di bassetti in cui chi definisce “pressapochisti, invidiosi e colpevoli di scarsa conoscenza dei fatti” (questi sì che sono pareri personali non corroborati da dati e documenti) e soprattutto , in caso di mancate risposte alle nostre domande, ci riserviamo di fare un esposto non più solo ai NAS e Ispettorato del Lavoro di competenza ma anche alla Procura della Repubblica affinchè appurino il rispetto delle molteplici normative citate.

CONCLUSIONI ED APPELLI

Caro Assessore Regionale alla Salute Gratarola:
La ringraziamo vivamente e sinceramente perché apprendiamo dall’ANSA che dopo la nostra prima PEC si è subito interessato della questione facendo verifiche. Le chiediamo di prendere seriamente in considerazione questo punto 5 perché il mancato rispetto della nota ministeriale sopracitata (non solo da parte di Bassetti probabilmente) porta alla conclusione che centinaia di specializzandi genovesi sono “ammassati” nel policlinico San Matteo e non sanno manco dove siano gli ospedali di periferia (inseriti però “sulla carta” negli accreditamenti) dove la sanità pubblica ligure, che Lei ha l’ingrato compito di dirigere, è in estremo affanno. Le chiediamo “solo” di appurare se la norma sull’obbligo di rotazione delle reti formative siano rispettate o meno perché le assicuriamo che inviare gli specializzandi anche solo pochi mesi negli ospedali non universitari permette loro non solo di scoprire “un mondo” fuori i policlinici universitari fatto di medici che non si fregiano del titolo di professore e soprattutto permette loro di poter prendere in considerazione di voler essere assunti lì non solo quando diventano specialisti ma anche da specializzandi, e Lei sa benissimo quanto i direttori di scuola non vogliono questo e fanno di tutto per contrastarlo perché ovviamente perdono manodopera a basso costo nei reparti che dirigono. La sanità pubblica non si salva coi gettonisti, si salva anche con la riforma della formazione medica che deve essere sottratta dallo strapotere degli universitari. Ci dia una mano, ci convochi, ci ascolti.

Cari Primari e Direttori Sanitari dei Reparti di Malattie Infettive degli Ospedali “non utilizzati” da Bassetti (La Spezia, Sanremo, Savona, Albenga e Pietra Ligure):

Ci siamo permessi di inserirvi in CC nella nostra seconda PEC non perché abbiate colpe. Vi chiediamo, se verrà confermato dagli atti che i vostri reparti sono “sotto utilizzati o totalmente inutilizzati” come rete formativa, di pretendere, forti della circolare del Ministero della Salute, di far svolgere anche per pochi mesi la formazione di questi specializzandi nei vostri reparti. A moltissimi giovani specializzandi non piace l’ambiente dei policlinici universitari, un ambiente notoriamente “più tossico” rispetto agli ospedali non universitari. Siamo certi che uno specializzando che da un reparto universitario “tossico” vada a frequentare un reparto non universitario di una rete formative in cui c’è un ambiente “sano”, dove si sente valorizzato e trova un primario che dimostra che potrebbe e vorrebbe puntare su di lui, esso sarà spinto a presentarsi al concorso per diventare dirigente medico in quel reparto tramite il cosiddetto “DL Calabria” e risolvere finalmente la carenza negli ospedali non universitari.

Cari pazienti liguri:

Abbiamo cercato di spiegare in parole povere le ragioni per cui i policlinici universitari non hanno carenza di personale e negli ospedali medio-piccoli invece c’è una cronica carenza di personale medico con i conseguenti disservizi. Pretendete, nel vostro piccolo e per quanto di vostra competenza, il rispetto della legge. Ne va della vostra salute tramite l’aumento della qualità delle cure erogate.

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2 Comments

  1. Mandate NAS a controllare tutte le scuole di specializzazione e praticamente vedrete come sulle centinaia di scuole accreditate forse l’anno successivo non ce ne siano più di una decina al massimo. Ortopedia a Salerno non è l’unica scuola di specializzazione esistente

  2. Concordo pienamente con voi, su tutto! Non sono uno specializzando, ma in questi 4 anni ho avuto modo di combattere contro il sistema corrotto sanitario della regione Liguria, scoprendo, da subito e mio malgrado, cose venute alla luce solo dopo poiché i giornalisti non hanno indagato ma si sono venduti… Da malato di vecchia data ricoverato a malattie infettive del San Martino circa 13 anni fa, ebbi allora modo di incrociare un Bassetti pedante dirigente medico di primo livello, che, in assenza dell’allora primario, minimizzò una mia grave reazione avversa al fentanyl, somministratomi con un cerotto, come antidolorifico… Oltre a minimizzare le mie perdite di conoscenza e difficoltà respiratorie, cercò, da infame, di mettermi contro i familiari, visto che io decisi di firmare per le mie dimissioni… Dopo due giorni, rientrato il primario, prof Viscoli, quest’ultimo mi telefonò per snantire tutte le falsità che Bassetti mi aveva prospettato… facendomi così le cure a casa o, nel caso della biopsia alle vertebre, in day hospital… Desidero che questo malfattore finisca in galera a vita! Per questo sono di parte , ma non voglio che certi figuri possano prendersi gioco della vita altrui…
    Grazie a voi della vostra rettitudine e azione

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